Roma, agosto 1484

Nella notte tra il 12 e il 13 agosto Papa Sisto IV morì. Alla notizia della morte del Papa le strade di Roma vennero invase da disordini e terrore da parte di coloro che durante il suo pontificato avevano subito ingiustizie. Il palazzo stesso dei Riario, residenza di Caterina e del marito Girolamo, venne quasi distrutto, mentre i Riario Sforza erano impegnati nell’assedio di Paliano per volere del pontefice.
La sera del 14 agosto, Caterina, ventenne e incinta del quarto figlio, appresa la notizia della morte del pontefice, cavalcò fino a Castel Sant’Angelo occupandolo a nome del marito. Preso il comando della fortezza dispose di fortificarne gli ingressi e di rivolgere i cannoni contro il Vaticano. Vani furono i tentativi di persuaderla a lasciare il castello, il suo controllo infatti le garantiva il controllo stesso della città e quindi la possibilità di far pressioni sul Collegio affinché eleggesse un papa ben disposto verso i Riario.

La soluzione si presentò quando il Sacro Collegio propose a Girolamo Riario di abbandonare Roma in cambio di 8000 ducati, il risarcimento dei danni subiti alle sue proprietà e la conferma del suo dominio sulle città di Imola e Forlì, nonché della carica di capitano generale della Chiesa. Girolamo accettò l’offerta, tuttavia Caterina appresa la notizia rispose facendo convergere a Castel Sant’Angelo altri 150 armigeri e preparandosi alla resistenza. Iniziarono così le pressioni da parte del Sacro Collegio verso Girolamo, affinché convincesse la moglie a lasciare la fortezza e accettare il compromesso. La sera del 25 agosto Caterina ricevette otto cardinali, tra cui lo zio Ascanio Sforza e dopo lunghe contrattazioni si risolse a lasciare la fortezza e a seguire la famiglia nelle terre di Romagna.