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Al numero 45 di corso Garibaldi si innalza il Palazzo del Monte di Pietà. L’elegante edificio fu eretto nel XVII secolo in laterizio bruno sul cosiddetto “Guasto degli Orsi“, ovvero sulle rovine del grande Palazzo Orsi di cui Caterina Sforza, nel 1488, ordinò la completa distruzione per ritorsione in seguito all’uccisione del primo marito, Girolamo Riario, avvenuta il 16 aprile di quell’anno per mano di alcuni componenti della nobile famiglia forlivese.

Il Palazzo degli Orsi, in realtà, pare occupasse anche la superficie dove venne successivamente costruita l’adiacente Chiesa di San Filippo Neri e l’annesso convento.
Dopo la distruzione del palazzo, su ordine di Caterina Sforza le macerie non vennero appositamente rimosse, in modo tale che fungessero da monito a chi avesse osato attentare di nuovo alla vita e al potere dei signori di Forlì.

Il ritrovamento di un documento manoscritto, di provenienza interna al Pio istituto forlivese, consente di datare con certezza al 21 marzo 1510 la fondazione del Sacro Monte della Pietà di Forlì, il quale iniziò a operare quasi di fronte al luogo dove poi ebbe la sua sede definitiva.

Oggi ospita gli uffici e parte della collezione privata della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Al piano nobile sono visibili alcuni capitelli di marmo con lo stemma degli Ordelaffi, probabilmente recuperati dalla non lontana Caxa Granda, oggi Palazzo (Ordelaffi) Albicini, che fino agli inizi del XV secolo fu quartiere generale della famiglia che deteneva il potere in città.

I luoghi