Roma, 1500-1501
Giunta a Roma al seguito del Valentino, Caterina venne ricevuta dal pontefice in maniera cordiale, e in maniera altrettanto cordiale le venne proposto di sottoscrivere formale rinuncia al dominio delle terre di Romagna. Caterina rifiutò nettamente: «sta indiavolata e forte de animo» scrivono le cronache del tempo.
Venne così rinchiusa nel palazzo del Belvedere e controllata da una guardia d’onore notte e giorno. Nonostante ciò, verso la fine di maggio riuscì a tentare la fuga, fallita la quale venne rinchiusa nelle prigioni del papato presso Castel Sant’Angelo.
Al fine di giustificare la prigionia della contessa ai francesi, ai quali i Borgia avevano assicurato che l’avrebbero trattata come un’ospite e non come una prigioniera, emerse l’accusa nei confronti di Caterina di aver tentato di uccidere il pontefice attraverso missive avvelenate inviategli da Forlì nel novembre del 1499.